Vino al supermercato, a Milano la rivoluzione Carrefour Market Gourmet: mille etichette in 80 metri quadrati di “enoteca”

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Dimenticatevi i vini in brik, le dame da 5 litri e i bottiglioni di bianco o rosso, sulla tavola del nonno. Cliccate “reset”, insomma, sulla vostra idea di vino al supermercato. Acquistarlo, d’ora in avanti, potrà diventare sempre più un’esperienza multisensoriale. Da “bottega”. Anzi, da “enoteca”. E non è un’eresia. Si tratta piuttosto dell’obiettivo del nuovo “format” di supermercati Carrefour. I “Market Gourmet”. In viale Bezzi, a Milano, è stato inaugurato il 22 marzo scorso il supermercato ribattezzato “Re dei Gourmet” Carrefour. Un luogo dove fare la spesa diventa un viaggio tra diversi “mondi”. A proposito, non chiamateli più “reparti”. Dai banchi tradizionali dei freschi, passando all’orto verticale, dal quale è possibile scegliere la propria piantina di basilico, sino ai vini. Tutto è spettacolo. E per comprendere la trama dello show, noi di vinialsupermercato.it ci siamo fatti accompagnare da due padroni di casa d’eccezione:  Gianmaria Polti, responsabile Beverage del gruppo Carrefour, e Paolo Colombo, category Vini, Spumanti e Champagne dell’insegna francese. L’innovativo “scenario” è racchiuso nei 3.200 metri quadrati di una struttura ex Billa (gruppo Rewe) acquisita 2 anni fa da Carrefour, in una zona del capoluogo lombardo scelta per il reddito medio-alto dei residenti, oltre a un’anagrafica che premia una cospicua presenza giovanile. Al primo piano (il piano terra) la parte più “cool”, ovvero quella dei freschi (ortofrutta, macelleria, pescheria, salumeria), il banco del sushi e quello del food asiatico. Al piano -1 la Grocery, con i mondi meno “caldi” dello “Scatolame” e affini, cui dà il benvenuto uno splendido reparto vini e birre. “Il mondo del vino – spiega Gianmaria Polti – è legato profondamente all’idea di benessere e di qualità dell’alimentazione. Non potevamo dunque trascurare questo segmento, a cui abbiamo dato anzi tutto lo spazio che merita, in un’ottica di esperienza gourmet”. Immaginate dunque una sorta di trilocale di 80 metri quadrati. Con scaffali finemente rifiniti, disposti sui perimetri. E delle isole centrali, costituite da altre scaffalature eleganti, su cui sono riposti ordinatamente i “mondi” del Franciacorta, dello Champagne, dei vini dal mondo e dell’alta gamma. Ma il vero fulcro della cantina del Market Gourmet Carrefour di viale Bezzi è l’area dedicata alle degustazioni, che ospita con cadenza mensile un sommelier. In un angolo, addirittura, un’apparecchiatura in grado di raffreddare il vino prescelto in pochi minuti. Magari un bianco fermo. O un buona bollicina. Pronta al consumo senza passare dal frigo di casa, una volta terminata la spesa. Take it cold, take it easy.

I NUMERI
Gianmaria Polti e Paolo Colombo al Carrefour Market GourmetCirca mille le etichette presenti in questa particolare cantina. “Sono suddivise per regioni – spiega Gianmaria Polti – in maniera verticale. Si va dal nord al sud Italia, lungo il perimetro della cantina, da destra verso sinistra per i vini rossi. Poi iniziano rosati e bianchi, senza dimenticare i grandi formati e i brik, che abbiamo deciso di collocare sul fondo, non dimenticandoci di quei clienti che, anche in negozi come questo, sono alla ricerca del basso prezzo. Una parte che tuttavia abbiamo molto ristretto rispetto agli standard degli altri negozi della catena, basandoci anche sugli ultimi trend di questo segmento di mercato, che evidenzia una battuta d’arresto”. Salta all’occhio, in particolare, l’importanza che Carrefour ha voluto dare invece alle bollicine. E non solo a quelle francesi, che vanno da un minimo di 20 a un massimo di 200 euro. Grande spazio è stato infatti riservato al Metodo Classico italiano. Con la Franciacorta che si vede assegnata addirittura più facing di quelli necessari per alcune referenze. Anche in considerazione delle migliori previsioni di rotazione. “Crediamo molto nell’analisi dei trend di mercato – evidenzia ancora Polti – ma nel Franciacorta riponiamo grande fiducia per il futuro. E per questo sovraesponiamo il segmento, cercando col nostro credo di differenziarci da altri modelli di display, che sembrano tutti clonati. La revisione dei display avviene annualmente e, statisticamente, prevede la movimentazione di un 10% dell’assortimento. Qui in viale Bezzi è ancora troppo presto per tirare delle conclusioni a riguardo, ma sicuramente abbiamo intenzione di restare coerenti con le nostre convinzioni e previsioni”. A guidare il cliente nell’acquisto, una chiara “segnaletica” collocata sulle singole scaffalature, a indicare la suddivisione dei prodotti reperibili. A fare chiarezza, inoltre, delle targhette che fungono da grillo parlante, sotto le singole bottiglie: provenienza e uvaggio utilizzato, temperatura di servizio, abbinamenti culinari. Un surrogato del sommelier in “corsia”, la cui presenza – per ora – non è assicurata quotidianamente. “Per ora la cadenza delle degustazioni con presenza del sommelier è mensile – spiega Gianmaria Polti – ma la presenza costante e significativa di un sommelier nelle nostre cantine è un obiettivo che ci siamo prefissati per il futuro. Mi aspetto che questo si realizzi già nei prossimi anni. La presenza di un professionista del settore potrebbe da un lato essere utile alla clientela e, dall’altro, costituire indubbiamente un veicolo di redditività dei nostri spazi enoteca”. Il sommelier in corsia, inoltre, garantirebbe un presidio costante delle scaffalature, gestendo ordini e rotazioni delle annate. “Anche se – precisa Polti – il nostro input è quello di lavorare con poca scorta di magazzino, al di là dei prodotti in promozione per i quali non possiamo accettare rotture di stock. L’aspetto delle rotazioni, dunque, sarebbe importante ma marginale rispetto al resto delle peculiarità e dei vantaggi che potrebbe offrire la presenza continuativa di un professionista del vino”.

QUALITA’ AL SUPERMERCATO

Un allestimento dell'enoteca del Carrefour Market Gourmet di MilanoSe la parola d’ordine qui è “gourmet”, anche il vino ne trae i suoi benefici. “Abbiamo fatto grandi passi avanti in termini di innalzamento del livello della qualità del vino in vendita al supermercato. I numeri – sostiene ancora il responsabile Beverage del gruppo Carrefour  – parlano chiaro e ci regalano grandi soddisfazioni. Basti pensare che ristrutturando un punto vendita come questo abbiamo riscontrato un incremento a doppia cifra su categorie come il vino, ma anche sulle birre, altro mondo che in Italia è in grande evoluzione, con le speciali e le artigianali che stanno conquistando nuovi margini di mercato, fungendo tra l’altro da traino e da volano per la vendita dello stesso vino. Un trend positivo in tutta la catena, che si evidenzia anche in punti vendita come Carugate”. Carrefour, vissuto in Italia come sinonimo di ‘ipermercati’, ‘prezzi bassi’, ‘vendite a grandi volumi’,  assiste oggi invece a un fenomeno in controtendenza. “Veniamo avvicinati in maniera sempre più significativa anche da piccoli produttori – rivela Gianmaria Polti – e da produttori di vini di alta gamma. Come mai? E’ ovvio: in molti si sono accorti che Carrefour non ha solamente interesse a fare volumi di vendita, ma anche a proporre nuovi modelli come questo di viale Bezzi, che permettono di non impoverire l’immagine del prodotto, bensì di valorizzarlo, fungendo da vetrina per l’eccellenza enogastronomica”. In un Carrefour Gourmet come quello di viale Bezzi, tra l’altro, la spinta delle promozioni è meno invadente, per l’assenza di una vera e propria corsia riservata ai prodotti scontati. “Tutto ciò in favore della vendita del continuativo sul lineare”, spiega Polti. “E anche questo ci aiuta nell’upgrade qualitativo, aumentando la marginalità e rendendo l’impatto delle promozioni molto meno invasivo”. Carrefour sta cercando piuttosto di spingere all’estremo il cross-merchandising, proponendo direttamente sul lineare (e non come di consueto su stand ed espositori fuori banco) la vendita ‘abbinata’, sfruttando la complementarietà dei prodotti appartenenti a famiglie diverse. Si può così notare la presenza, nella parte riservata agli aperitivi, di diverse etichette di Prosecco e di altre bollicine. Così come viene sfruttata la mixability delle acque toniche tra gli alcolici. L’aperitivo servito nel carrello, insomma. Senza girare per mille corsie.

L’ASSORTIMENTO
Carrefour Market Gourmet, i vini da enoteca al supermercatoParticolare attenzione è stata inoltre riservata a un’altra nicchia in forte crescita in Italia, anche nel mondo della grande distribuzione organizzata: il segmento del biologico e del vegano. “Sono circa 30 le etichette – spiega il category Paolo Colombo – cui è stata dedicata una testata ad hoc. Inoltre, i singoli prodotti vengono ripresi sul lineare, inseriti in base alle regioni di provenienza e alla tipologia di vino. Va ricordato, peraltro, che questi vini non sono affatto diversi da quelli ‘convenzionali’, se non per alcune tecniche di vinificazione e allevamento in vigna, e sono dunque adatti al consumo da parte di clienti che non sono vegani o che non consumano necessariamente cibi biologici. Sono vini buoni, abbinabili dunque anche a pietanze non vegane”. Vini le cui vendite sono in forte ascesa, se si considera che lo scorso anno hanno fatto registrare un aumento del 20%, portando da soli nelle casse del gruppo Carrefour, complessivamente, 250 mila euro. “Abbiamo anche organizzato qualche degustazione con questi prodotti – aggiunge Colombo – con ottimi risultati”. Tra le bottiglie consigliate dal category, nel rapporto qualità-prezzo inferiore ai 20 euro, ci sono diverse bollicine: “Ottimo il Prosecco Col Vetoraz – suggerisce Colombo, che tra l’altro è sommelier – ma anche il Prosecco di Nino Franco. Nomi importanti. Il trend è assolutamente positivo sui vini bianchi e in particolare quelli del Trentino Alto Adige come il Gewurztraminer, che hanno una fascia prezzo medio alta, a partire dai 9 euro. Sta crescendo molto anche il Lugana: ottimo quello di un piccolo produttore, Bottarelli. Tra i rossi ruota moltissimo la Toscana, dove abbiamo una serie di etichette molto interessanti sul Chianti Classico”. Per il vitigno più sottovalutato interviene il responsabile Beverage, Gianmaria Polti: “Dal mio punto di vista è il Nebbiolo d’Alba o delle Langhe – dichiara – ottenuto da un vitigno che spesso conosciamo solo per il Barolo e il Barbaresco, ma che può tuttavia dare grandi soddisfazioni anche in queste versioni”. Tra le Doc e Docg più in difficoltà, Polti cita l’Oltrepò Pavese: “E’ un po’ problematico – sottolinea – quindi in questo momento non gli assegneremo certo nuovo spazio”. “Sta perdendo negli ultimi anni anche a causa degli scandali che hanno investito alcuni produttori – aggiunge il category Colombo – e che hanno portato un po’ di cattiva pubblicità a quell’area. In controtendenza, invece, i vini bianchi abruzzesi e marchigiani, che stanno venendo fuori molto bene. Stabile, invece, la Campania”. Consigli davvero utili, specie in un reparto dove è facile – per un amante del buon vino – perdersi per ore.

L'ingresso del Carrefour Market Gourmet di viale Bezzi a Milano

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